15-04-2014
IL Padre : Ciao sono qui, vorrei parlare con te, ma sento che mi sfuggi, come al solito..
* La Figlia : Ma no non è vero, anzi sì… è che non sono abituata a parlare con te .
§ IL Padre : ti ricordi di almeno una volta che hai detto qualche cosa di serio con me ?
* La Figlia : di una volta me lo ricordo.
Quando ho capito che non ci sarebbe stato più tempo per parlare ho aperto il mio cuore. Ti guardavo mentre ti tenevo stretta una mano, quella libera dalla flebo.
Ricordo che era magra, bianca, con le vene evidenti .
Mi piaceva osservare le tue mani, mi sembrava di vedere le mie : uguali in ogni particolare e quella differenza che c’era, i mignoli storti, era stata colmata da due incidenti che avevano curvato anche i miei.
Le tue mani mi davano una sicuezza che non ho più provato.
Anche quel giorno di novembre cercavo la loro forza e quando sentivo che rispondevi alla mia stretta ricominciavo a sperare che non te ne saresti andato , per lo meno non subito.
Era novembre , c’era il sole e dal vetro della finestra, schizzato dalla pioggia del giorno prima, osservavo le cime degli alberi che avevano ancora qualche foglia .
Pensai che non avrei visto quei rami nudi.. non osai finire quel pensiero e lo scacciai concentrandomi sulla ricetta della torta di riso. Quante uova? .. tre , e il lievito ? non ci vuole..
pensare ai piccoli gesti quotidiani stupiva il dolore e mi dava respiro.
Ma non sempre funzionava, e quel giorno mentre pensavo alla ricetta della torta i miei occhi si riempivano di lacrime.
Le scacciavo, temevo che tu mi guardassi mentre piangevo. Sentivo la gola che si chiudeva nello sforzo e mi faceva male.
Ti guardavo e mi sembravi più giovane ora che la malattia ti aveva scavato la faccia, ma del resto avevi solo 56 anni ed io solo 28.
Non potei trattenermi :
“ ti voglio bene” ti dissi” anche se tu non fossi mio padre te ne vorrei perchè sei una persona speciale…”
“ Che fai dubiti della mamma o pensi di essere stata adottata?” dicesti con un filo di voce sorridendo “ e non mi fare quella
faccia stupita che mi fa ridere , sembra che tu abbia due anni, ma se mi muovo mi da noia il cannello del naso…”
E così risi anche io, una risata liberatoria come un pianto che sciolse il nodo che avevo in gola..
poi lasciasti la mia mano per riprenderla con più forza di prima come per farmi capire che comandavi ancora te e mi dicesti:
“ Anche io ti voglio bene Pentolino.. sei la più forte di tutti noi tocca a te pensare alla mamma e a tuo fratello, ci posso contare vero?”
“ Ma di che parli ..smetti.. scusa ma devo andare devo fare la spesa ci vediamo domani.”
§ Il Padre: modo poetico di mettere le cose,!
Non per sottolineare ma io stavo per tirare il calzino e te mi dici che devi fare la spesa….. e poi che ti sembra di aver detto mai con quel:“ti voglio bene “si dice anche al gatto!
senza contare quel ” anche se non fossi mio padre”… mi ci viene ancora da ridere…..ti sentivi profonda? ci davi dentro di amore cosmico ? o hai sempre avuto dei dubbi su tua madre ? quella santa donna. E poi ,già che ci sono, te ne dico un altra :la torta di riso non ti viene neanche tanto bene ….
*La Figlia : senti mi sento già abbastanza in colpa..
§ Il Padre: ecco finalmente l’hai detto !.. come se non ti conoscessi… ma non andò così quella sera..
*La Figlia: dovevo restare li quella sera , insieme alla mamma..
§ Il Padre : ma non ti ricordi che sono io che ho voluto che andassi a casa dai bambini?
*La Figlia: sì, ma dicevi per dire…
§ Il Padre: secondo te quel poco fiato che avevo lo sprecavo per dire una cretinata? No , dicevo sul serio ma te non hai mai creduto a quello che dicevo, vero ?
* La Figlia: certo che no, mi hai sempre raccontato delle storie improbabili !!
§ Padre: che soddisfazione ! eri quasi una donna e ancora credevi a tutto quello che ti raccontavo…. come mi sono divertito con te !
*La Figlia : non ero così tonta ! dei dubbi mi venivano.. ma poi mi divertivo troppo : chi me lo faceva fare di rinunciare ai tuoi racconti?!
ti ricordi quando dicevi di essere un guaritore e un giorno facesti veramente passare il mal di schiena a quel signore che ci ascoltava per caso ? gli imponesti le mani sulla schiena mettendolo a squadra nel bel mezzo del Bar Fappani … e la mamma che fingeva di non conoscerti? si vergognava ..però rideva anche lei..
§ Il Padre: la mamma era una donna perfetta… un pò precisa..
*La Figlia: e poi avevi delle uscite.. come quella quando la nonna raccontava dell’ alluvione a Firenze
“ Che tragedia” diceva piangendo “ la mia bella casa tutta allagata., I miei mobili, i miei vestiti…..”
e te che non ne potevi più versandole da bere dicesti
“Su, su non se la prenda Armida …e ora dopo tanta acqua ….un pò di vino !!”
“ sono astemia Io !”disse smettendo di piangere.
§ Il Padre: povera donna, e in quell IO c’era tutto il suo disgusto verso la mia passione per il vino e per me.. ma l’ho sempre sopportata perchè pensavo di morire dopo di lei e invece .. che fregatura !… ma che bei ricordi questi: sono fatti di allegria ! e ti ricordi quando arrivava Babbo Natale?
*La Figlia: e chi se lo scorda , mi facevi prendere degli spaventi tremendi e come ci ridevi….sadico… e stai ridendo anche ora !
Sai, papa’, oggi dovevo scrivere un racconto sui miei giocattoli e le prima cosa che mi è venuta in mente è stata la meraviglia che provavo a casa dei miei amici vedendo un trenino o qualsiasi altro gioco che funzionava : a me non andavano mai, o perchè ti piccavi di non leggere le istruzoni o perchè li rompevi con quelle manone … ma anche su quello ci si rideva , facevi una faccia quando annunciavi serio:
“ Anche questo è andato…”
§ Il Padre: tutto il dolore che c’è stato nelle nostre vite non lo vogliamo neppure nominare, vero? che privilegio saper ridere, a piangere son buoni tutti !
E non ti sentire in colpa se non sapevi parlare con me , anche io non ero un soggetto facile ma non sono le parole che contano piuttosto quello che si è e quello che si fa e te non mi hai deluso, mai.
* La Figlia: ti prego ripetimelo, spesso ho paura di non essere stata capita
§Il Padre: mi facevi arrabbiare ma ti capivo e se non fossi morto avremmo potuto riprendere il discorso interrotto quando ti sei sposata..
eri una bambina e proprio nel pieno degli anni settanta mentre tutti i giovani pensavano alla rivoluzione te decidi di avere un figlio : “ io sono la vera anticonformista” dicevi….
Ed io che ero un vero conformista ti urlavo “ te sei scema” “scema come quelli che vogliono la rivouzione : ma che anticonformisti siete solo scemi! Teste quadre !” …ma poi ho accettato perchè eri imaspettatamente felice con tuo marito e con i tuoi bambini… proprio te che a 16 anni ti eri dichiarata femminista convinta a 19 eri sposa e madre senza rimpianti ...che testa strana,, difficile per me starti dietro…
* La Figlia: anche te pensavi che le femministe dovevano essere pelose con i baffi e senza marito?
Essere femminista per me voleva dire avere coscienza di se e quindi anche sposarsi, ma non come unica via d’uscita ma come scelta…..
§Il Padre: ma figurati se ho voglia di parlare di questo ora..
senti , invece , piantala di guardare le mie foto con quell’aria triste …sì ho avuto una vita dura ma ora posso affermare che me la sono voluta così … ed è così che se la vuole tuo fratello. Te hai l’idea fissa di farlo cambiare, di vederlo sereno. Ecco il tuo punto debole: pensi che sia in tuo potere far felice la gente ma non è così che funziona. Fattene una ragione : non è un tuo fallimento..
*La Figlia: la fai facile , io ho fatto tutto quello che era possible ? non lo so. Chi mi dice che non posso fare di meglio , trovare strade diverse, parole diverse?
E poi già che se ne parla : sei te che mi hai detto pensa a lui …
§Il Padre: ma da chi hai preso ?? sei così testona.. anzi lo so ! dalla nonna fiorentina… sì , è vero, pensa a lui l’ ho detto e te ci pensi ma : arrenditi , non lo puoi forzare .
*La Figlia: sì ma non ce la faccio a guardare senza poter fare nulla.
§ Il Padre: e allora che c’entro io ? sembra che sia colpa mia ! questo è il tuo problema : vorresti migliorare la sua vita, e possibilmente quella di tutti , ma ,naturalmente, secondo quello che per te è buono e giusto. In pratica sei una gran rompi scatole !
Piantala e accontentati di migliorare la tua di vita.
Senti , si è fatto tardi devo andare a fare la spesa.
* La Figlia : trovane una migliore per salutarmi..
§ Il Padre : mi sembrava che ti piacesse come comiato cosmico…..
Giulia Flores