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Baci

15-04-2014

Quel giorno, l’11 maggio del ’47, l’Italia giocava contro l’Ungheria. Lo stadio Comunale di Torino era stracolmo. Quel giorno la Nazionale scendeva in campo con la seguente formazione: in attacco Menti, che giocava nel Torino, Gabetto, anche lui del Torino, e Ferraris, che, come Menti e Gabetto giocava nel Torino; a centrocampo Grezar, che era del Torino, Castigliano, anche lui del Torino, Loik, del Torino e Mazzola, il leggendario capitano Valentino Mazzola, del Torino; in difesa Ballarin, giocava nel Torino, Maroso, anche Maroso era del Torino, e Rigamonti, il centro mediano della Nazionale... e del Torino; in porta Sentimenti IV... Sentimenti IV giocava... nella Juventus...

Giocavano a Torino e erano tutti del Torino... o quasi... si, in fondo, anche la Juventus è di Torino, ma Juve e Toro non sono proprio la stessa cosa. La Juventus era la squadra della borghesia, dell’aristocrazia, dei ricchi... della FIAT, o meglio... dei dirigenti, dei proprietari, dei Padroni della FIAT. Il Torino era la squadra del proletariato, del popolo, degli operai... degli operai della FIAT. Anch’essa era perciò in qualche modo, una squadra della FIAT ma... come dire...non dei padroni ma dei lavoratori... dei turnisti, dei tornitori, dei verniciatori, dei meccanici...

Il portiere della Juve aveva un nome alto, elegante, raffinato: Sentimenti... e non Sentimenti e basta, ma Lucidio Sentimenti IV, aristocrazia e tradizione. Il portiere del Torino invece aveva un nome singolare, insolito, difficile da capire alla prima, facilmente storpiabile, deformabile, un nome da pronunciare con calma, scandendo ogni lettera, ponderando gli accenti. Il portiere del Torino si chiamava Valerio Bacigalupo. Intendiamoci, Bacigalupo era un grande portiere, un ragazzone con un colpo di reni formidabile che lo poteva far arrivare lassù, lassù in alto, proprio dove, oltrepassata la traversa, inizia il cielo...e poi, caspita, era il portiere del Grande Torino, il Torino che aveva 10 giocatori su 11 in Nazionale... tutti, tranne uno, lui, Bacigalupo.

Va beh, era solo una amichevole, non era mica un dramma ma... ma accidenti i suoi 10 compagni erano lì che giocavano, che si godevano i cori dei tifosi che per vederli erano saliti anche sopra i cartelloni pubblicitari posti sopra le gradinate... PAGLIERI PROFUMI recitava la scritta parzialmente coperta dalle gambe delle persone che erano salite fin lassù per godersi il Torino... pardon, la Nazionale.

Bacigalupo non riusciva a farsene una ragione, “perché, perché hai chiamato tutti i miei compagni, tutti, proprio tutti... e io... e io, adesso, cosa faccio? Quando i miei compagni giocano, gioco anch’io, sempre, è normale! E adesso!? Mister, siamo a Torino, io gioco nel Torino, tutti i miei compagni sono in campo, accidenti! Chiama anche me! Anche... anche se oramai sono già tutti schierati, in mezzo al campo, con quelle maglie azzurre, sono bellissime, mister ferma tutto, dai, corri in campo, gridalo “scusate, scusate una svista, scusate silenzio un attimo” e tutto il Comunale che si zittisce, tutti che ti ascoltano, tu sei Vittorio Pozzo, mister, ti ascoltano per forza... mister dai che aspetti, guarda che sta per iniziare, mister, l’arbitro ha già il fischietto tra le labbra, mister... mister il fischietto... mister... ha fischiato... è tardi... ormai è troppo tardi...”

Baci, come lo chiamavano a Torino, tanto non riusciva a darsi pace che c’è chi sostiene che a volte raccontava che Vittorio Pozzo, il commissario tecnico della Nazionale, poco prima dell’inizio della partita, fosse realmente entrato in campo per richiamare Sentimenti e sostituirlo con lui ma che, al momento in cui si era trovato a dover pronunciare il suo nome: Bacigalupo, si fosse tragicamente infrenato, balbettando sillabe indecifrabili per poi confermare in porta Sentimenti, solo ed esclusivamente per comodità linguistica. Ebbene sì, Bacigalupo si convinse di essere stato escluso a causa del suo cognome.
Per la cronaca l’Italia vinse 3-2. La Nazionale giocò la partita successiva il 9 novembre a Vienna, contro l’Austria. Portiere: Sentimenti IV; e quella ancora successiva a Bari, contro la Cecoslovacchia. Portiere: Bacigalupo. Bacigalupo!? L’Italia, vinse 3-1, ma Baci non era poi così felice... “ma Valerio, cristo!, sei in Nazionale!”, lo rimproverava Mario Rigamonti! “Qualche mese fa c’ero io, adesso ci sei tu, devi essere contento! Tutti sono contenti quando si arriva a giocare in Nazionale, ma ti rendi conto Valerio, la Nazionale, hai portato il muso lungo 7 mesi, adesso tocca a te!... guardami... Valerio... guardami...”...
“ Sì, ma io quel giorno non c’ero” ribatteva Baci “c’era tutto il Torino in campo, e c’era tutta Torino negli spalti, e Torino continuava anche fuori dallo stadio... Torino! Torino ovunque! Non ricapiterà mai più, 10 giocatori su 11, non ricapiterà mai più!

Il 4 Maggio del 1949 a Lisbona pioveva. Il Grande Torino doveva rientrare in patria, lo scudetto era quasi nelle loro mani, ma mancavano ancora quattro partite. All’aeroporto a salutarli c’era anche Ferreira. Il Torino era volato fino a Lisbona per rendergli omaggio nella sua partita di addio al calcio, e lui, lì all’aeroporto, dava l’addio a quei ragazzi. A Lisbona quel giorno pioveva e dei nuvoloni bassi schiacciavano il cielo. Il volo charter G 212 della LAI, con a bordo 19 giocatori, i tecnici e tre giornalisti, partì alla volta di Milano. Poco prima di atterrare alla Malpensa, il pilota comunica un cambiamento di rotta, si tira dritto fino all’aeroporto di Caselle, Torino. “Non ricapiterà mai più, 10 giocatori su 11, non ricapiterà mai più” pensava Baci quando alle 17.05 l’aereo del Grande Torino andava trasformandosi in una enorme palla di fuoco schiantandosi sulla collina di Superga. “10 giocatori su 11, non ricapiterà mai più”.

Luca Baglioni


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