15-04-2014
La prima volta che l’ho incontrato non era campione del mondo veterani, anche perché aveva venti anni ed era una promessa : campionati terza categoria a Genova, forse semifinali, 5-3 per lui. A quei tempi lontani, era il 77, li chiamavano ancora capelloni , e Vittorio Carrara lo era a pieno diritto : lunghi riccioli biondi . Tirava aggressivo, dava poca confidenza.
Ci siamo ritrovato quasi venti anni dopo , alle prime gare master. L’ho riconosciuto, ma non per i lunghi capelli, chè non ce n’erano più : né di lunghi né di corti. Era migliorato molto : grande condizione fisica, scherma bella , sapienza e la solita grinta. Vinceva quasi tutte le gare, con epici scontri in finale con Giulio Paroli . Perdeva un assalto ogni tanto , a volte con gente improbabile, scatenando le imprecazioni e gli insulti livornesi del Paroli che rischiava di trovarselo in semifinale invece che in finale .Le sconfitte facevano epoca : una volta Gargiulo, mitico dilettante allo sbaraglio, Busi in un campionato italiano, una volta Filippi, che però tirava di spada e non se ne era accorto. Sconfitte in genere vendicate col sangue la volta successiva, tanto per ristabilire non dico le gerarchie, comunque chiare, ma direi di più : l’ordine del creato.
E poi due europei individuali, tre a squadre, quasi sempre senza sconfitte, fino al mondiale di quest’anno , conquistato con tutte vittorie.
L’avversario perfetto per cominciare il girone : sapendo di perdere si tira rilassati, cercando di fare bella scherma, perché dopo l’assalto, oltre alle stoccate non lesina le critiche , scuotendo il capo come se avesse ancora i riccioli. Ma le critiche le fa solo agli amici, agli altri una severa stretta di mano, e magari ha contestato pure una botta subita sul vantaggio di sette a zero : si capisce che gli piacerebbe finire almeno una volta la gara da intoccato, se non proprio intoccabile.
Se prende una bella stoccata si congratula, sostanzialmente sorpreso di averla beccata. Mentre lui fa un comodo surf nel fiume della gara, io nuoto in acque tempestose, arrivando allo scoglio sicuro del podio qualche volta.
A Torino era il primo assalto : bene, mi scaldo, ho pensato e gli dico : “ muoviamoci un po’ in pedana”, come dire, non finire in due minuti. Dopo tre secondi avevo già preso la prima stoccata . Conto facile, se va così l’assalto dura solo venti secondi. E allora piego le gambe, azzecco una parata, poi un attacco , siamo tre a uno per me quando vedo del fumo uscirgli dalla maschera : sta scaldandosi. Sul suo attacco gli tiro un tempo al braccio della disperazione, ancora una per lui, e poi chiudo l’assalto : 5-2 per me.
Mi sembra di aver già vinto la mia gara, per di più è un’ottima occasione di prese in giro che nessuno si risparmierà. Io lo dico a tutti, vorrei anche uno spazio nel telegiornale.
Poi la gara la vince lui. Io arrivo terzo. Ma questi sono dettagli, per chi ha battuto il campione del mondo.
Andrea Bocconi