
15-04-2014
Castiglione della Pescaia 2008
Congresso di Psicosintesi : I volti del potere
“I volti del potere” è un titolo assolutamente giusto, perché molti sono i volti. Non basta il Giano bifronte, forse occorre una di quelle divinità del pantheon indiano.
O forse Proteo, il multiforme.
Voglio elencare solo alcuni temi, alcune antinomie : sacro – profano ; oscuro- luminoso; legittimo- illegittimo ;autorevole- autoritario ; sano – patologico ; femminile- maschile... potremmo continuare a lungo.
Nella mia relazione per semplificare ho scelto la coppia Imperatori – usurpatori, a cui aggiungerò una terza : Facenti funzione.
Vi è chi possiede un carisma personale che si esprime poi in qualche manifestazione di potere, in diversi campi o relazioni. E’ un’incarnazione del principio del potere, che gli viene naturalmente riconosciuto, da amici e da nemici.
Vi è chi si ritrova a esercitare un potere senza carisma e magari senza motivazione: fa quello che c’è da fare, senza identificazione né grandi emozioni.
Vi è chi lo evita : esemplare il caso di un dirigente d’azienda a cui la proprietà aveva proposto una posizione di maggiore responsabilità, insomma una promozione:” sono costretto ? “, aveva chiesto agli sconcertati proprietari: inutile dire che non lo avevano costretto e avevano scelto qualcun altro.
Il povero Celestino V è l’esempio storico della riluttanza ad assumere il potere. Il problema è che questo può accadere anche per responsabilità fisiologiche, quali quelle della genitorialità, o dei ruoli educativi che ci troviamo ad esercitare.
In un esercizio di scrittura di un corso in cui utilizzavo le carte dei tarocchi, giunti all’Imperatore avevo chiesto di raccontare la propria relazione con il potere, attraverso storie di finzione o autobiografiche : ebbene, in tutte e tredici le storie gli scrittori si descrivevano come vittime del potere. Tredici vittime e nessun carnefice. Nessuno che si fosse identificato, almeno per esperimento, in chi il potere lo esercita, bene o male.
Vi è che si ripara dietro alla funzione : è il caso del potere per linea dinastica , in cui il vuoto, quando non l’ indegnità, si ripara dietro a una presunta legittimità dinastica . Mai come in questo caso l’abito non fa il monaco e il bluff verrà presto scoperto.
Questa è l’usurpazione morale. Gli ultimi Savoia ne sono un esempio.
Eppure questa voglia di Imperatore e Imperatrice , insomma, di principio del potere, arché, affonda le sue radici nell’ inconscio collettivo.
Vi è una storia esemplare , quella del figlio di Zog, l’ultimo re di Albania : quando dieci ani fa si sparse la voce che sarebbe venuto in visita a Tirana, da tutta l’Albania folle si misero in cammino. Nonostante i tanti anni di regime comunista e anche la breve durata del regno di Zog, la voglia di un principio ordinatore supremo era rimasta intatta nell’inconscio collettivo . Il fatto che si trattasse in realtà di un uomo d ‘affari che aveva vissuto tutta la vita in Sudafrica, ed era quindi meno albanese di tutti, non impediva il sogno. Del resto Simeone di Bulgaria è rientrato nella scena politica post comunista da presidente, come a ricucire un filo interrotto. Non a caso si parlava di monarchie per diritto divino , non a caso Elisabetta di Inghilterra, come il Papa, dice che dal suo mestiere non ci si dimette, e il figlio resta principino a sessanta anni.
Carisma è parola tutto sommato misteriosa . Nella Bibbia (dal greco charis, grazia, è inteso come dono : “ ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della grazia di Dio” ( I Pi. 4:10). In senso psicologico diventa una forte capacità di influenzare gli altri.
A volte la funzione lo crea : il sosia dell’imperatore, un lestofante, acquista dignità e spessore quando, sostituendolo in battaglia, vede il sacrificio dei soldati per proteggere la sua vita ( Kagemusha, l’ombra del guerriero, di A. Kurosawa).
Ma individuare questo dono negli altri è forse più facile che definirlo. E allora vi propongo un gioco-test: tra le coppie di personaggi che vi mostrerò scegliete, senza pensarci troppo, chi è più imperatore. Non si tratta di dire chi ci piace di più, chi ha utilizzato meglio il suo potere, chi è più vicino ai nostri valori.
Il gioco è un pretesto utile per chiederci quali sono i criteri che determinano le nostre scelte. Se di scelte si può parlare , perché scegliere significa arrivare a un atto di volontà dopo un’elaborazione razionale. Mentre nel potere carismatico ciò che ci attrae può cozzare con la razionalità , e parla il linguaggio dell’inconscio, che è sempre potente. Sappiamo bene che vi sono livelli diversi nell’inconscio collettivo, così come in quello individuale. E che i livelli si mescolano e interagiscono.
Chi è l’imperatore?
Esempi:
hitler / roosevelt
michael jackson / elvis presley
marlene dietrich / greta garbo
fausto coppi / gino bartali
jung / freud
berlinguer/ veltroni
robert de niro / dustin hoffman
alessandro del piero / francesco totti
rita levi montalcini / carlo rubbia
gandhi / martin luther king
irene pivetti / nilde jotti
mina / madonna
modigliani / picasso
cavour / garibaldi
dalai lama / wen jiabao
teresa di calcutta / san Francesco
manzoni / tolstoj
mozart / beethoven
La domanda che ci dovremo fare è quali criteri abbiamo per distinguere:
Sarà interessante vedere se quantitativamente c’è un ragionevole accordo nella percezione del potere carismatico e comunque diventare consapevoli dei nostri processi mentali. A me sembra chiaro che chi porta in sé il dono pesante del potere parla agli altri sul livello mitico, e difatti è legato molto al fato, spesso tragico. Vi è inoltre una nota di profonda solitudine. Chi serve non si aspetti solidarietà e grazie.
Andrea Bocconi