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Ho conosciuto Julio

27-10-2015

Ho conosciuto Julio quando è arrivato a Lucca da Lisbona, con Cristiana , moglie lucchese e Lorenzo, il figlio in arrivo. Abitavamo vicini, ci vedevamo spesso. Il fatto che giovanissimo fosse stato uno degli studenti di creative writing dell’Jowa University, con insegnanti quali Solinka, TomSoppard e altri di questo calibro mi colpì molto. Era come se mi dicesse che aveva abitato in paradiso.
Quando poi abbiamo saputo che lui stesso, scrittore, teneva corsi negli USA e in Portogallo, ci è venuta subito voglia di organizzare un corso a Lucca. Le sue lezioni erano un godimento intellettuale, si spaziava tra diverse letterature, si scoprivano autori poco noti in Italia a quel tempo, mi basta citare Clarice Lispector, un’emozione. Sarà un caso, ma da quei corsi sono usciti vari autori che hanno pubblicato : Tiziano Fratus, Flavia Piccinni, Francesca Caminoli, Fabrizio Mercantini, Milva Cappellini e anche io.
Stimolati da questa avventura intellettuale, seguimmo Julio in un’altra, nel 1997 : la creazione di Oltrelemura, una settimana dedicata tutta alla scrittura , a Lucca. La sua idea, con la collaborazione di tanti amici, volontari della cultura, portò a Lucca centosessanta allievi, per seguire tra gli altri i corsi di poesia di Valerio Magrelli, di sceneggiatura con Vincenzo Cerami, di Ilide Carmignani per la traduzione , di Stefano Velotti per la lettura e naturalmente di Julio. Un successo straordinario, che purtroppo per l’ignavia degli amministratori locali, con l’eccezione dell’assessore alla cultura Roberta Martinelli, è morta per la mancanza di aiuti minimi. Sembrava di elemosinare per l’utilizzo di una casermetta, neanche una lira di contributo per un’iniziativa che portava in città duecento persone per una settimana, il famoso turismo colto tanto ricercato. Dopo tre anni di volontariato, quando ci abbiamo anche rimesso di persona dei soldi , abbiamo chiuso OLTRELEMURA. Julio aveva ragione, la provincia è provinciale, e anche piuttosto miope.
Julio non era un tipo da arrendersi, la sua storia personale in Brasile lo dimostrava : organizzò il convegno sulla letteratura dei migranti, un tema allora poco toccato, che apriva un dibattito assolutamente attuale che va ben oltre le questioni letterarie.
E poi ha fatto Sagarana, una rivista letteraria bellissima e seguitissima, che spero qualcuno continui, o stampi, o lasci on line, ma che resti.
Come scrittore è stato pubblicato anche in Italia, con molti libri, in particolare da Besa. Purtroppo le case editrici piccole scontano difficoltà enormi di distribuzione e non si possono permettere uffici stampa davvero efficienti. Ciononostante ha raggiunto un suo pubblico.
Come tutti quelli che hanno carattere, sotto la bonomia brasiliana, Julio poteva avere anche durezze : abbiamo fatto almeno tre litigate bellissime, come si conviene tra amici. Passava del tempo e non sentivamo neanche il bisogno di riappacificarsi, continuava l’amicizia.
La lezione più grande , venti anni dopo quelle di scrittura, me l’ha data negli ultimi giorni : una compostezza, una dignità, perfino il suo fantastico umorismo. Non è comune ridere al letto di un moribondo, lui ed io. Presente a se stesso e distaccato, capace di lasciare andare, come un meditante di lunga data, come un monaco buddista, come un uomo libero. Ho capito che questa qualità impeccabile degli ultimi giorni l’aveva conquistata grazie a quello che lui chiamava “ il sacerdozio della letteratura.”

Andrea Bocconi


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